Torino a 5stelle, non è un modello

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Oggi alla convention di Palermo, Appendino & C. saranno portati ad esempio da seguire. Il modello per i pentastellati, insomma. Ma al di là della propaganda, vediamo come operano davvero.

I consiglieri comunali pentastellati sono stati eletti con pochissimi voti di preferenza, a confronto con quelli dei consiglieri di minoranza. Se chiediamo ai torinesi di ricordare i loro nomi, forse uno su cento ne conosce un paio. Se pensiamo che è la rete che li ha selezionati per candidarli, si capisce che i torinesi hanno votato il simbolo, non le persone. E che il Movimento, quello fatto di persone vere, a Torino è poca cosa.

Gli assessori sono stati quasi tutti scelti sulla base di curriculum. Si dirà: così prendono i migliori. A parte il fatto che diversi sono stati selezionati in rappresentanza di categorie e interessi, più che dei (non eccelsi) titoli, resta che li ha scelti solo il sindaco e il suo fidato capo di gabinetto. Da sempre i partiti sono comunità piene di difetti, ma dove gli iscritti e i simpatizzanti almeno si confrontano, litigano e dove si forma una classe dirigente. Il Movimento non aveva nessuno tra i suoi da valorizzare? Possibile che tra i ventiquattro consiglieri eletti non ce ne fosse uno che meritava di entrare in giunta? E ancora: si dice che gli assessori ci tengano a considerarsi tecnici, cioè distinti, se non distanti dal Movimento. Quindi non rispondono né al Consiglio, né al partito che li ha, indirettamente, piazzati.

Tra gli assessori ce n’è poi uno che è stato direttore esterno nella giunta regionale di Ghigo, scelto con nomina fiduciaria senza pubblico concorso. Si tratta di direttori che rispondono ad una logica di spoil system, cioè all’area politica che li ha scelti. C’era proprio bisogno di una persona così schierata e già in quiescenza per ricoprire un ruolo così delicato? Persino a Roma l’assessore al bilancio, in quanto suggerito da uomini vicini al centrodestra, è durato solo qualche ora.

In conclusione, con la bella presenza e il piglio decisionista Appendino nasconde la verità. Fa ancora una buona figura perché campa di rendita delle buone amministrazioni di centrosinistra. Ma i consiglieri comunali sono comparse, incapaci di svolgere un ruolo di indirizzo e controllo sull’esecutivo. E gli assessori, bravi o meno, sono distanti da partito e consiglieri. Alla fine, gli eletti e il Movimento contano poco o nulla. Comanda solo il sindaco, il suo cerchio e i poteri che la condizionano non poco.

Insomma, è un modello tecnocratico, verticista e in parte eterodiretto, venduto invece come espressione della democrazia diretta.

Ho detto queste cose oggi su La Stampa, cronaca di Torino, in un’intervista di Andrea Rossi.

Stefano Lepri

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