Fassino sindaco, per amore di Torino

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Ultimi giorni di campagna elettorale, quelli decisivi, per il ballottaggio della prossima domenica 19 giugno. Il bello del ballottaggio è che si sceglie: non ci sono terze soluzioni, o l’uno o l’altro. O l’altra, dovremmo dire, visto lo slogan: l’alternativa è Chiara.

La Appendino piace per il suo piglio deciso, anche se martedì al faccia a faccia parlava un po’ a macchinetta, come se avesse da ripetere la parte. Insomma: bravina, non convincente. Di un’altra stoffa è Fassino, che in questi giorni sta anche dimostrando uno stile amichevole, oltre a confermare la sua solida competenza e determinazione.

Inutile entrare nel merito dei problemi e delle sfide, perché li conoscete. Uso solo una metafora: cinque anni di amministrazione è come un lungo viaggio, e io preferisco un guidatore di lunga esperienza ad uno neopatentato.

Ieri è stato inaugurato il cantiere che porterà la metropolitana in Piazza Bengasi, mentre oggi si inaugura il nuovo sottopasso di Piazza Statuto, che rende scorrevole il grande boulevard costruito sopra il passante ferroviario. Ora che vediamo realizzate queste opere, cominciamo davvero ad apprezzare il disegno urbanistico perseguito in questi ultimi vent’anni: non solo una rete ferroviaria metropolitana davvero integrata, ma anche un grande e scorrevole corso nel mezzo della città, che consentirà un attraversamento nord-sud in una decina di minuti di automobile. Insomma Torino è sempre più bella e ammirata.

E’ ovvio che tutto questo non basta: la mancanza di lavoro, il contrasto alla povertà, le periferie sono stati al centro del dibattito di questi giorni, non senza qualche strumentalizzazione o promessa da marinaio, che ho raccontato ieri. Sappiamo bene cosa occorre fare meglio nei prossimi cinque anni, e lo sapremo fare anche con energie fresche che potranno affiancare Fassino.

Ma ora lo dobbiamo sostenere, tornando tutti a votare e convincendo in questi ultimi giorni gli indecisi, chi ha votato centrodestra o la sinistra di Airaudo o gli astenuti dello scorso 5 giugno. Inutile dire che la vittoria di Fassino dipende dall’impegno di tutti. Al bando timori e pigrizie, ne va della nostra città.

Stefano Lepri

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