SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

foto corriere.it

L’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica mi riempie di orgoglio. Ho vissuto un’esperienza indimenticabile, con un Parlamento entusiasta per una persona che - soprattutto quelli che lo hanno incontrato a lungo - viene considerata retta, riservata, ricca di valori, coraggiosa, mai inutilmente protagonista o vanagloriosa.

Gli italiani avranno modo di apprezzarlo nella nuova veste di padre di tutti gli italiani. Avrà parole di conforto e di incoraggiamento, avrà autonomia di giudizio e la schiena dritta, saprà essere garante della Costituzione ma anche accompagnarne i cambiamenti che il Parlamento vorrà portare.

Questi giorni sono stati intensi, con un continuo confronto tra colleghi sulla migliore soluzione, che ha cominciato a prefigurarsi da martedì. Vi risparmio i retroscena, ma non è un segreto rivelare che la scelta di Mattarella è cresciuta prendendo atto dell’impossibilità di sostenere le candidature avanzate dal centrodestra, perché avrebbero trovato grandi resistenze, anzitutto nel PD ma anche nell’opinione pubblica.

Da noi quindi siamo partiti, cercando di individuare la figura che poteva trovare la più ampia convergenza, prima nel partito, poi fuori. Incassato il sostegno delle varie componenti e sensibilità presenti nel PD (corretti tutti e in particolare Bersani, che davvero ha dimostrato di andare oltre a calcoli meschini), è stato verificato l’assenso di Scelta Civica, di SEL e anche di alcuni fuoriusciti 5Stelle. Infine, pur tardivamente, anche NCD e UDC si sono convinti della bontà della candidatura (come potevano non votarlo, lui che è un cattolico democratico tutto di un pezzo!) e dell’importanza di assicurare un grande consenso intorno al nuovo Capo di Stato, anche per evitare inciampi nel prossimo cammino di governo. Lega e grillini si sono isolati con candidati di bandiera, mentre Forza Italia si è astenuta, spaccandosi all’interno. Berlusconi è lo sconfitto, ma non è in discussione il fatto che le riforme elettorali e della Costituzione vanno fatte anche con lui.

Anche da coloro i quali non amano Renzi, o apertamente lo criticano, sono giunti unanimi apprezzamenti ed elogi per il percorso e la scelta indicata. Per una settimana il segretario e premier non ha fatto altro: si è messo in ascolto di tutti, sentendo quasi ogni parlamentare. Ha dimostrato grande capacità tattica, senza imbrogli, rafforzando in questo modo la sua leadership, confermando ulteriormente la centralità del PD negli equilibri parlamentari ma, soprattutto, nella capacità di dare visione e speranza al nostro Paese.

Insomma, una bella pagina della storia d’Italia, che ho avuto la possibilità di vivere, ancora talvolta incredulo per l’onore che mi è stato dato e che, votando Mattarella, sono sicuro di aver oggi ben rappresentato.

Stefano Lepri

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