Lavoro, decreto e delega fanno la rivoluzione

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione. Per il contratto a termine viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della cosiddetta causalità, fissando il limite massimo del 20% per l’utilizzo dell’istituto. Viene inoltre prevista la possibilità di prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni, sempre che sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.

Per il contratto di apprendistato si prevede il ricorso alla forma scritta per il solo contratto e patto di prova (e non, come attualmente previsto, anche per il relativo piano formativo individuale) e l’eliminazione delle attuali previsioni secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è legata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti.

La scommessa è che una semplificazione delle norme (non una ulteriore precarizzazione, poiché è probabile che il datore di lavoro confermi nei tre anni lo stesso giovane a tempo determinato) possa portare a migliorare il saldo occupazionale, specie dei giovani.

E’ stato poi approvato un disegno di legge delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro, di riordino delle forme contrattuali e di miglioramento della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.

La delega vuole assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori, rivedere i criteri di concessione e utilizzo della cassa integrazione, prevedere che l’accesso alla stessa possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro, rimodulare la nuova indennità per i disoccupati omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve. C’è molto d’altro: il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele progressive, il codice unico semplificato, l’Agenzia nazionale per unificare politiche passive e attive, ecc. Potrei continuare, ma vi rimando alla lettura del testo della delega per farvi comprendere l’ambizione della proposta, che cominceremo a discutere al Senato già le prossime settimane. Se ce la facciamo l’Italia del lavoro cambia verso, veramente!

Stefano Lepri

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