Cinque Stelle a Roma, a loro insaputa

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C’è aria di resa dei conti tra i pentastellati a Roma, con la povera sindaca, palesemente inadeguata, che appare sempre più in balia di altri. Il direttorio, come ai tempi della rivoluzione francese, minaccia di tagliare teste, ma rischia di essere decapitato dalla stessa base grillina. Il piccolo leader abbronzato sembra stordito, l’altro ha finito la benzina del tour e torna precipitosamente alla capitale mentre altri deputati e senatori ne approfittano per guadagnare una dichiarazione sui giornali.

La causa scatenante è nota: l’assessore ai rifiuti aveva ricevuto un avviso di garanzia. Non vuol dire nulla, ma solo per i 5stelle equivale già a una mezza condanna. Ebbene, Raggi lo sapeva ma lo ha volutamente tenuto nascosto. Non proprio un modello di trasparenza. E ancora: nei giorni scorsi si era dimesso l’assessore al bilancio e il sindaco lo aveva sostituito con persona segnalata dallo studio in cui lei aveva fatto tirocinio da avvocato: uno studio noto, potente e vicino ad ambienti di centrodestra. Oggi il direttorio (ma dovremo dire Grillo in persona) ne chiede già le dimissioni, insieme all’assessore ai rifiuti indagata a loro insaputa, come ai vecchi tempi.

Vedremo come andrà a finire. Di certo è già svaporata la presunta “superiorità morale” dei Cinque stelle. Ed è sotto gli occhi di tutti l’incapacità e l’assenza di una vera, e loro, classe dirigente.

Stefano Lepri

 

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