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Bel successo di partecipazione e buon dibattito ieri alla GAM, dove abbiamo approfondito il disegno di delega sul terzo settore, anche alla luce della mia relazione tenuta al Senato.
I contenuti della delega sono molteplici e il progetto è ambizioso. Il Terzo settore diventa un concetto giuridico e ci sarà un Codice unico semplificato che raccoglierà le norme. Se associazioni e fondazioni svolgono attività commerciale, lo dovranno fare in modo semplificato ma anche rafforzando la tutela dei terzi e la trasparenza. Le diverse leggi sul volontariato, le cooperative sociali, le associazioni di promozione sociale, le Onlus, le imprese sociali risultano tra loro stratificate e quindi si intende armonizzarle. Si tratta di unificare le norme civilistiche e quelle fiscali. C’è la volontà di “separare il grano dal loglio”, con controlli migliori, trasparenza, buone pratiche. C’è la volontà di armonizzare e potenziare le misure di sostegno. Nei lucidi allegati ho provato a sintetizzare le tante sfide.
I soggetti di Terzo settore si riconoscono dalla non distribuzione di utili, né in forma diretta né indiretta; dal fatto di operare in settori di chiara utilità sociale; dalla chiara finalità di interesse generale (public o mutual benefit). Ma la casistica è molteplice e non sono pochi i casi limite, con il rischio di comportamenti opportunistici, come purtroppo si registra dalla cronaca di questi giorni.
Continuerò nei prossimi giorni a girare l’Italia, per ascoltare suggerimenti e critiche. L’obiettivo è di approvare una delega precisa ed esaustiva, per fare in modo che il Governo legiferi su un solco ben tracciato. Anche così l’Italia potrà mantenere quel grande patrimonio di civismo e di solidarietà che, nonostante tutto, ancora oggi resiste e fiorisce.
Stefano Lepri