ADESSO, È IL MOMENTO!

 

L’Italia sta attraversando una drammatica crisi economica e i partiti appaiono in difficoltà nel guidare questo periodo. La transizione verso un nuovo governo è stata condotta con saggezza dal Presidente Napolitano, che ha favorito la nascita di un governo tecnico, sostenuto da un’ampia e trasversale maggioranza parlamentare.

Il Governo Monti è stato capace di scelte coraggiose e impopolari, quelle scelte che la politica avrebbe dovuto compiere, ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Monti ha saputo ridare credibilità all’Italia nello scenario europeo ed internazionale ed è riuscito ad evitare azioni speculative sui titoli del debito pubblico.

Oggi, più che mai, l’Italia deve avere un governo credibile all’estero ed efficace nell’azione di risanamento della finanza pubblica. Ecco perché crediamo che la cosiddetta “Agenda Monti” sia fondamentale anche nella prossima legislatura; qualsiasi coalizione non potrà allontanarsi dal cammino di rigore intrapreso. Un programma, beninteso, da realizzare con un governo politico e da integrare con politiche tese allo sviluppo, agli investimenti, all’equità sociale e alla redistribuzione.

In questo contesto il Partito Democratico si presenterà alle prossime elezioni in coalizione con SEL e individuerà il leader di questa coalizione attraverso primarie aperte. Temiamo sarà difficile mettere insieme il PD, che ha sostenuto in modo decisivo l’azione del Governo Monti, con SEL, che ne è stato uno dei più severi oppositori. Nel ventennio passato il centrosinistra è riuscito per due volte a prevalere in elezioni politiche, nel 1996 e nel 2006, ma l’eterogeneità dell’alleanza ha determinato l’incapacità di reggere per un’intera legislatura.

Non ci convince poi l’idea, enunciata dal segretario Bersani, che compito del PD sia di “costruire il campo dei progressisti”, mentre sarebbe compito di altri, cioè dell’UDC, rappresentare l’area moderata, con l’intendimento che, dopo le elezioni, si governerà insieme. Questa volontà è la rinuncia alla strategia di Veltroni e Franceschini enunciata al Lingotto nel 2007, cioè di realizzare un partito - davvero democratico e non socialdemocratico - che avesse come mission quello di unire con vocazione maggioritaria tutti i riformisti italiani, sia di centro che di sinistra. Il disegno di Bersani porta invece a consegnare uno spazio politico immenso all’UDC e rischia di lasciare solo al terzo polo il compito di raccogliere i tanti elettori delusi dal tragico fallimento del centrodestra. Con questa scelta si torna insomma allo schema di alleanza DS-Margherita, ma stavolta sotto le insegna PD-UDC. In un PD siffatto facciamo fatica a riconoscerci.

Noi crediamo invece che il PD possa ancora diventare un partito capace di fare sintesi delle varie culture politiche (socialista, cattolica, ambientalista, liberale) e di rappresentare molti mondi sociali ed economici, non solo quelli propri della sinistra storica. Deve essere non solo il partito della giustizia e dei diritti, ma anche il partito della responsabilità e del merito, delle autonomie locali, dei corpi intermedi e delle famiglie. Un partito capace di dettare proposte anche per i giovani, che oggi non sono tutelati sul piano del diritto del lavoro, del sistema previdenziale e pagano i privilegi o la superficialità di chi li ha preceduti.

Per questo, crediamo che la proposta politica avanzata da Matteo Renzi sia oggi più coerente per costruire un progetto di governo credibile ed equilibrato. Un progetto capace anche di attrarre tante persone deluse, che in questi anni hanno affidato al terzo polo o al centrodestra le loro aspettative di un Paese migliore.

Crediamo inoltre sia fondamentale un rinnovamento della classe dirigente, non tanto nel senso generazionale, quanto per favorire un turn-over dei rappresentanti eletti nelle istituzioni. Non si tratta di sostituire un “vecchio” con un “giovane”, né tantomeno di sostituire un parlamentare cooptato con uno più giovane, anch’esso cooptato. Occorre invece (salvo eccezioni di vero merito) stabilire limiti al numero dei mandati e affidare la scelta degli eletti ai cittadini.

Per questo riteniamo sbagliata la posizione assunta dalla segreteria nazionale del PD di contrarietà allo strumento della preferenza. Non si capisce per quale motivo la scelta del candidato premier del centrosinistra debba essere fatta dai cittadini attraverso primarie e poi a quegli stessi cittadini debba essere precluso, in elezioni formali, di scegliere davvero il proprio parlamentare. Non vogliamo un partito che mandi in Parlamento i propri funzionari, dopo averli cooptati in segreteria nazionale e senza che questi si siano mai misurati con i problemi dell’amministrazione delle nostre città. Vogliamo invece un PD che renda contendibili gli incarichi e che valorizzi gli amministratori locali, oggi ancora tra i pochi politici capaci di godere della fiducia dei cittadini.

Soprattutto per queste ragioni sosterremo la candidatura di Matteo Renzi alle prossime primarie del centrosinistra, convinti che la sua proposta politica sia la più idonea a costruire un PD che si presenti rinnovato alle prossime elezioni, con la forza di vincerle.

 

Stefano LEPRI
Davide GARIGLIO
Silvia FREGOLENT
Roberto CAVAGLIÀ
Davide FAZZONE
Salvatore IPPOLITO
Guido ALUNNO
Domenica GENISIO
Marco MUZZARELLI
Daniele VALLE
Valter MOLINO
Giuseppe PEZZETTO
Claudio BIANCO
Gianluca VALLERO
Giuseppe ANSINELLO
Paolo BIAVATI
Elvio ROSTAGNO
Claudio RESTAGNO
Giuseppe ACCATTINO
Marco ADDONISIO
Giuseppe AGOSTINO
Gilberto ANGELORO
Liziana AVERNA
Basilio BARBIERI
Rosanna BARELLO
Daniele BELTRAMELLI
Gabriele BOLLEI
Antonio BONGERA
Matteo BONO
Emanuele BUGNONE
Sergio BUSSONE
Giorgio BUSSONE
Salvatore CALÈ
Vincenzo CAMARDA
Luciano CAMARDA
Valentina detta Giusy CAPUTO
Umberto Maria CARACCIOLO
Domenico CARBOTTA
Francesco CASTELLANETA
Alberto e Ornella CASTELLARO
Giuseppe CAVALLARO
Maria Grazia CAVALLO
Enrica CICCARELLI
Mauro CIMINO
Maurizio CIULLA
Massimo CORCIONE
Giovanni CORTESE
Lorenzo D'AGOSTINO
Vincenzo D'AGOSTINO
Margherita DE ANDREIS KELLER
Pino DE MICHELE
Luca DI BELLA
Raffaele DI GIACOMO
Attilio DUGHERA
Piero D'URSO
Franco FATTORI
Giorgio FERRARI
Bruno FONTOLAN
Giovanna FRANCO
Neva FRAU
Claudio GAGLIARDI
Lucio GALASSO
Claudio GIORGI
Sara GRIMALDI
Michele GUGGINO
Vincenzo GURGONE
Donato IERINO'
Antonino IPPOLITO
Sonia LEONE
Luciano LEONE
Giovanni MADONNA
Mattia MAGGIORA
Alfredo MAIORINO
Giuseppe MANZONE
Mirko MARONGIU
Celeste MARTINA
Dennis MASERI
Michele MASTROGIACOMO
Sabina MAURO
Alessandro MAZZA
Maria MILIOTI
Antonio MOLLICA
Agostino MONTOVERT
Alberto MORO
Antonio MORTELLARO
Luca MORTELLARO
Michele NASTRO
Alessandro NUCERA
Sergio ORSO
Nicola PALMISANO
Marco PERRY
Paolo PIVARO
Stefania PISANO
Enrico POMERO
Emiliano PONTARI
Nicola PRINCI
Roberto QUATTROCOLO
Mario REY
Maria Antonietta RICCI
Rinaldo ROCCATI
Andrea RONCA
Andrea RONCAROLO
Giorgio ROSSO
Giovanni SADO
Giovanni SALERNO
Pier Giorgio SALOMONE
Amalia SANTIANGELI
Pier Paolo SEVERINO
Mario SOMA'
Claudio SUSSOLANO
Federico TAGLIAFERRI
Marco TITLI
Alina TODERICI
Geanina TOMA
Andrea TOMASETTO
Antonio TROMBETTA
Ezio TUBEROSA
Rentato VEZZARI
Roberto VOERZIO
Paolo ZONA

6 Commenti

  1. Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

  2. Michele D'Amaro

    Approvo il documento di Renzi,l’unica perplessità che mi rimane per chi ha alle spalle una lunga esperienza amministrativa è politica se serve ancora nel partito?

  3. Fabio Ferrando

    Concordo pienamente con la linea rinnovatrice di Matteo Renzi,auspicando che sia da apripista per un più generale rinnvoamento anche a livello locale,dove certi sistemi da “centralismo democratico” e dell’isolamento di chi non la pensa uguale stentano a morire…Strambino è purtroppo un esempio…

  4. roberto

    Non è onesta intellettualmente la vostra posizione rispetto alla legge elettorale ed alle preferenze (non a caso è la stessa del pdl): i cittadini debbono poter scegliere attraverso le primarie i candidati dei vari collegi uninominali e poi, sempre i cittadini, avranno sulla scheda il nome dei vari candidati nel collegio. Nell’ipotesi più riduttiva i partiti, che tornerebbero alla naturale funzione di “corpi intermedi”, potrebbero loro stessi indicare i vari candidati.In questo modo il livello del ceto politico si eleverà sicuramente, è storicamente provato. Mentre attraverso la preferenza sappiamo benissimo (e voi anche!!) quali sono i meccanismi perversi che si scatenano. Ma voi attraverso il clientelismo che, notoriamente, esercitate, avete pacchetti di voti e così furbescamente invocate la “libera scelta dei cittadini”. Ha,ha,ha…. ipocriti. Sono un c.d. “liberal” ma se Renzi ha dei sostenitori a livello locale della vostra forza… beh allora, grazie non fumo….

  5. pier franco mosca

    finalmente un giovane che “spariglia” tra i personaggi politici che sono in sella da 40 anni e fanno politica senza avere mai lavorato in vita loro. Se potranno votare le primarie non solo i tesserati PD ma anche il popolo, il mio voto sarà per Renzi. saluti.

  6. MAINARDI Giuseppe

    Approvo il vostro documento a proposito di preferenze e mi auguro che la legge elettorale le preveda. Sulla linea politica e sul sostegno a Renzi ho dubbi in quanto non riesco a compiutamente conoscere il suo programma di governo. Per ora sto con Bersani anche se comprendo l’esigenza di meglio completare, e correggere, determinate scelte strategiche del PD. Renzi si presenta bene e con indubbie capacità personali nel costruire l’immagine. Ma non basta: quali i propositi sull’equità passando per il fisco, unico strumento reale per distribuire meglio la ricchezza, e quali atti politici per il lavoro?

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