Promuovere la definizione di economie di scala tra enti gestori. Rispetto alla dimensione degli ambiti territoriali per la gestione dei servizi socio assistenziali, una primo risultato da raggiungere è quello della coincidenza con i confini distrettuali. In generale occorre ridefinire il modello della gestione associata dei servizi anche in considerazione della possibile soppressione dei consorzi. Vanno a questo proposito bilanciate istanze diverse: da una parte la specificità di ciascun territorio, dall’altra le necessarie economie di scala, ma anche l’opportunità di dotarsi di politiche di intervento di sufficiente respiro e in grado di individuare le necessarie sinergie tra aree territoriali contigue.
Definire criteri di compartecipazione degli utenti ai costi dei servizi. Vanno unificati i diversi sistemi, sviluppatisi nel corso degli anni attraverso regolamentazioni locali, finalizzati a definire la eventuale quota di compartecipazione economica dei cittadini e di conseguenza l’integrazione comunale. Il sistema di calcolo del reddito familiare dovrà essere unificato e basato su reddito e patrimonio. Eventuali sistemi di calcolo settoriali dovranno essere ricondotti a tale modello.
Aumentare la quota di assistenza presso il domicilio. È necessario rendere effettiva per i cittadini non autosufficienti e le loro famiglie la possibilità di scelta tra inserimento in strutture e assistenza presso il proprio domicilio. Ad oggi, malgrado i notevoli sforzi fatti, la domiciliarità rimane una seconda scelta.
Superare le tradizionali separazioni settoriali. Vanno promosse e incentivate le strategie di servizio che puntano offrire al cittadino risposte unitarie che integrino, secondo progetti individualizzati, i bisogni di assistenza, di supporto nell’inserimento al lavoro, la casa, la formazione, la famiglia e in generale tutti gli ambiti che contribuiscono all’integrazione sociale dei cittadini.
Promozione dell’integrazione socio sanitaria. Va dato un ulteriore impulso al processo di integrazione tra ambito sociale e sanitario; due passaggi importanti sono il completamento dei LEA regionali sull’integrazione socio sanitaria e una configurazione dei piani di zona, partecipati anche dalle Aziende sanitarie, che abbiano come oggetto non solo un accordo su indirizzi generali, ma anche la definizione puntuale dei servizi da attivare e del coinvolgimento dei diversi soggetti a tal fine.
Progetti individuali, strategie di sistema. Se da una parte è necessario definire in modo trasparente ed uniforme i criteri con cui allocare le risorse pubbliche, dall’altra è necessario che il loro impiego miri alla massima integrazione di strumenti diversi e complementari, da articolarsi sulla base di un piano che parte dall’analisi dei bisogni di ciascuna persona.