L’Italia è un Paese dove nascono pochi bambini: siamo agli ultimi posti al mondo per tasso di natalità.
Per questo, fin dal 2014, ho presentato un disegno di legge firmato da cinquanta senatori, ora in discussione con gli emendamenti in commissione finanze, che ha un’idea chiara: chiunque ha figli, a prescindere dalla sua condizione, non può essere lasciato solo nel mantenerli. Una parte di questo costo deve essere a carico della collettività, cioè della fiscalità generale. Tu genitore hai diritto non solo ad alcuni servizi, ma anche a una dote statale per ogni figli a carico.
Un diritto che prescinde dal fatto che tu lavori o meno, che tu sia lavoratore dipendente o meno. Perché oggi in Italia avviene questo: se sei lavoratore autonomo non hai gli assegni familiari; se sei incapiente non hai neanche le detrazioni per figli a carico. L’assegno per i figli sarebbe quindi anzitutto una forma di redistribuzione a favore di quei genitori che oggi lo Stato non aiuta o aiuta troppo poco.
La proposta poi avrebbe poi il pregio della semplificazione: tutte le attuali misure di trasferimento (eccetto quelle per acquistare servizi) verrebbero abolite e assorbite dall’unico Assegno per i figli. Ogni figlio avrebbe la stessa cifra.
In terzo luogo, darebbe la certezza di un contributo sicuro. Io genitore so per certo che, in qualsiasi condizione mi trovi, e fino a quando mio figlio sarà grande, potrò sempre contare su una dote, ogni mese, accreditata sul mio conto corrente o in busta paga.
I lucidi allegati riportano in sintesi la proposta, illustrata in modo completo nella rivista Welfare oggi e in forma sintetica nella rivista welforum. Sarebbe una vera riforma strutturale in quanto equa, semplice e certa. Ridarebbe slancio alla natalità e fiducia ai giovani, che vedrebbero ridotto l’ostacolo economico a diventare, magari più volte, papà e mamma.
La proposta ha ricevuto molte attenzioni e sostegni. Il Segretario del PD Renzi l’ha indicata nel suo libro Avanti e in varie interviste come un chiaro obiettivo della prossima legislatura. Tommaso Nannicini l’ha espressamente citata al Lingotto lo scorso marzo, dove l’ho anche illustrata. Ci sono stati molti articoli di giornali (La Stampa, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Avvenire) e commenti di opinionisti e studiosi a sostegno del disegno di legge. Ho presentato in diverse occasioni e in tutt’Italia la proposta, ad esempio nel corso di un’assemblea nazionale PD, alla terrazza PD e ad eventi come quello di Torino due anni fa, con largo consenso.
Farò il massimo, se sarò eletto nella prossima legislatura, per contribuire a renderla legge.