Per molti anni i dati dell’economia e dell’occupazione sono andati in senso negativo. Con i governi di centrosinistra degli ultimi quattro anni le cose vanno meglio: quindi anche per merito della politica, non solo per una congiuntura economica più favorevole.
Più crescita, più equilibrio nei conti pubblici
Dopo il biennio nero 2012-2013 (4 punti in meno di PIL) l’Italia ha iniziato la risalita. Nel 2017 la crescita del PIL dovrebbe attestarsi intorno all’1,5%, uscendo per la prima volta da quella sindrome dello "zerovirgola" di cui sembrava ostaggio.
Sono le condizioni europee e internazionali, a cominciare dalle politiche espansive della Bce, ad avere portato l’Italia fuori dalla peggiore crisi del dopoguerra. Ma i provvedimenti messi in campo a supporto delle imprese (sgravi, fiscali e incentivi) e dei consumi (80 euro e altri bonus come quelli per l’edilizia) hanno ridato fiato all’economia, dopo anni di rigore e sacrifici.
In questo quadro anche i conti pubblici sono migliorati. Il deficit è in riduzione mentre il debito pubblico ha imboccato una traiettoria di discesa.
Più occupazione
Secondo i nuovi dati diffusi dall'Istat, a novembre 2017 il tasso di disoccupazione è sceso all'11%: il livello più basso dopo settembre 2012. Il numero degli occupati è cresciuto di 65 mila unità a 23.183.000, aggiornando il record dal 1977.
Migliorano anche il tassi di disoccupazione giovanile (15-24 anni), in calo al 32,7% di 1,3 punti rispetto a ottobre.
Da febbraio 2014 a novembre 2017 ci sono stati più di un milione di nuovi occupati, di cui il 53% a tempo indeterminato.
Meno imposte e tasse
Altro che strategia delle mance e dei bonus, come si sente dire! Abbiamo sostenuto i consumi, con 10 miliardi di euro anno di sconto fiscale ai redditi medio bassi (gli 80 euro) e con risparmi per il cittadino derivanti dall'eliminazione dell’Imu sulla prima casa. Per rilanciare il sistema delle imprese, è stato cancellato l’Irap sul costo del lavoro, abbassato l’Ires dal 27,5 al 24%, ridotto le tasse agricole.
Le politiche industriali
Il Piano Industria 4.0, il rafforzamento delle tante politiche di sostegno al Made in Italy e la Strategia energetica nazionale sono stati i tre pilastri delle nuove politiche industriali. Basta soldi a pioggia, ma incentivi a chi investe davvero sul futuro. In questi mesi, non a caso, si registra una forte domanda di macchine utensili. Le esportazioni vanno a gonfie vele, così come la produzione industriale, con crescite record in molti comparti.
Le politiche del lavoro
Le riforme realizzate (Jobs act ma non solo) sono state un presupposto indispensabile. Senza non sarebbe stata pensabile la politica monetaria espansiva, né l’avvio di un programma di investimenti UE finanziati con project bonds. Con queste riforme l’Italia è tornata attrattiva per gli investimenti di imprese straniere nel nostro Paese. Riprendendo le parole di Piero Ichino, “l’attrattività dell’Italia dipende anche dal suo allineamento rispetto ai maggiori partner europei per quel che riguarda la pressione fiscale su imprese e lavoro, il costo dell’energia, l’efficienza delle amministrazioni pubbliche e in particolare di quella giudiziaria: tutti campi, pure questi, nei quali negli ultimi anni si sono fatti dei passi avanti rilevanti. Ma insieme a questi anche l’allineamento del nostro diritto del lavoro rispetto ai migliori standard europei, compiuto con la riforma del 2015, costituisce un passo avanti di primaria importanza”.
Contro l’evasione fiscale
Ci si è concentrati sulla lotta all'evasione fiscale e in modo particolare contro l'evasione dell'IVA. Obiettivo: finanziare così la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, sull'impresa e sulle famiglie. Sono state introdotte allo scopo due misure fondamentali: lo split payment e la fatturazione elettronica.
Cultura, investimenti pubblici, Mezzogiorno
In questi cinque anni abbiamo dimostrato che “con la cultura si mangia”. E quindi con il turismo. Sono ripartiti gli investimenti pubblici, finalmente riprendendo quella regia nazionale che si era persa. Il Sud d’Italia ha ricevuto una particolare attenzione, con una legge apposita, misure ad hoc e numerosi interventi di salvataggio e rilancio di aziende in crisi. Oggi investire nel Mezzogiorno non è mai stato così conveniente.
Per ogni approfondimento, si vedano le schede nella sezione su I risultati della legislatura