Lavoro

In questa legislatura ho fatto parte della Undicesima Commissione (lavoro, previdenza, welfare) e ho quindi maturato particolari conoscenze e competenze. Mentre del welfare mi ero già occupato da molti anni, lavoro e previdenza sono stati campi in cui ho dovuto studiare e applicarmi molto.

Ho contribuito non poco alla stesura della legge delega sulla riforma del lavoro (jobs act) e alla correzione dei successivi decreti legislativi, condividendone spirito e risultati. Si trattava infatti di rendere più flessibile e attraente per gli imprenditori e gli investitori il mercato del lavoro senza ridurre i diritti dei lavoratori, anzi rafforzandoli. Difficile in poche righe descrivere gli obiettivi e i risultati di questi grandi cambiamenti, sintetizzati nei lucidi curati da un bravo collega. Io ho contribuito su molte questioni, ad esempio proponendo e ottenendo che il contratto a tutele crescenti fosse previsto solo per i nuovi assunti.

Voglio ricordare tanti altri obiettivi raggiunti: le leggi contro il caporalato e le dimissioni in bianco; le misure per il lavoro autonomo e il lavoro agile; il programma Garanzia Giovani e l’alternanza scuola lavoro; le maggiori tutele per le madri lavoratrici; gli incentivi per la nuova occupazione nel Mezzogiorno e quelli per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani, recentemente rinnovati con l’ultima legge di bilancio.

Forse potevamo fare di più per favorire misure che redistribuiscano il lavoro, ma abbiamo preferito rinviarle: era urgente soprattutto far ripartire l’economia attraverso una regolazione del lavoro più semplice, chiara e promozionale. Anche su come poter redistribuire il lavoro ho portato un mio contributo, con emendamenti e nuove proposte per la prossima legislatura.

Sono davvero orgoglioso di aver partecipato a questa straordinaria stagione di riforme, soprattutto partecipando ad una Commissione in cui ho anche molto imparato.